Nel precedente articolo (che puoi leggere qui) abbiamo spiegato:
- perché oggi un’azienda dovrebbe intraprendere un percorso mirato a raggiungere la Carbon o Climate Neutrality (qui puoi leggere la nostra Guida)
- che ruolo giocano i Crediti di Carbonio in questo percorso
- perché è fondamentale acquistare Crediti di Carbonio certificati e cosa rischia chi non lo fa
- chi certifica i Crediti di Carbonio
Relativamente a quest’ultimo punto, abbiamo parlato di Verra, il più grande Carbon Standard a livello mondiale, e ne abbiamo illustrato i principali dati aggiornati a luglio 2022 relativamente ai volumi di Crediti di Carbonio rilasciati e ritirati e ai progetti di Carbon Offsetting che li generano.
Questo articolo è invece dedicato al secondo più grande Carbon Standard mondiale: Gold Standard.
Chi è Gold Standard
La Gold Standard Foundation è stata istituita nel 2003 dal WWF e da altre ONG internazionali per garantire che i progetti che riducono le emissioni di carbonio presentino i più alti livelli di integrità ambientale e contribuiscano anche allo sviluppo sostenibile.
Con l’adozione dell’Accordo di Parigi sul clima e degli Obiettivi di sviluppo sostenibile, la fondazione ha lanciato uno standard di best practice per gli interventi sul clima e lo sviluppo sostenibile, Gold Standard for the Global Goals, per massimizzare l’impatto, creando valore per le comunità e per il pianeta.
Gold Standard amministra due registri:
- Impact Registry: il Gold Standard Impact Registry tiene traccia delle risorse ambientali come i crediti di carbonio, nonché gli impatti associati sullo sviluppo sostenibile degli interventi certificati Gold Standard.
- Water Benefit Standard Registry: questo registro attualmente tiene traccia dei certificati di beneficio idrico (WBC) emessi a progetti certificati secondo il precedente standard di beneficio idrico di Gold Standard.
Abbiamo studiato il primo registro e riportiamo di seguito i dati più importanti aggiornati a luglio 2022.
Il Gold Standard Impact Registry (GS)
Il GS è uno standard che stabilisce i requisiti per realizzare progetti per il massimo impatto positivo sul clima e lo sviluppo e per misurare e riportare i risultati nel modo più credibile ed efficiente.
Il GS è il secondo programma volontario GHG più utilizzato al mondo, dopo il VCS di Verra. Oltre 1.100 progetti certificati hanno collettivamente ridotto o rimosso circa 210 milioni di tonnellate di emissioni di carbonio e altri gas serra dall’atmosfera.
A luglio 2022 il programma GS presentava i seguenti numeri chiave:
- 1.164 progetti issued (ovvero con Crediti di Carbonio rilasciati) in tutti i continenti
- 878 progetti retired (ovvero con Crediti di Carbonio acquistati)
- 234 project proponent con progetti registrati
- 214 milioni di Crediti di Carbonio issued
- 116 milioni di Crediti di Carbonio retired
Andamento delle issuance e dei retirement negli anni
Esaminando l’andamento delle issuance, si vede come il 52% dei 214 milioni di Crediti complessivi siano stati rilasciati a partire dal 2018. In particolare, il tasso di crescita più importante si è registrato nel 2020 (+85% rispetto al 2019), mentre il 2021 ha fatto segnare un +27%. I primi 6 mesi del 2022 hanno fatto registrare issuance pari a 15 milioni, che fanno ipotizzare una stima a fine 2022 inferiore del 30% rispetto al 2021.
Esaminando l’andamento dei retirement, si vede come anche in questo caso quasi il 50% dei 116 milioni di Crediti complessivi siano stati ritirati a partire dal 2018. Il 2020 è stato l’anno con l’incremento più significativo (+62% rispetto al 2019), mentre sia il 2021 (-27%) che la stima 2022 basata sui primi 6 mesi dell’anno (-85%) registrano un calo nei volumi.
Da questi dati emerge anche il gap importante tra issuance e retirement, con quasi 100 milioni di Crediti rilasciati e non ancora ritirati, di cui circa il 44% issued tra il 2020 e la prima metà del 2022.
Andamento delle issuance per area geografica
Esaminando la geolocalizzazione dei progetti issued dal 2008 in poi, si vede come oltre un terzo dei Crediti rilasciati (144 milioni, 68% del totale) afferiscano a progetti sviluppati in Asia, il 22% a progetti sviluppati in Africa (48 milioni), il 9% a progetti sviluppati in America Latina (19 milioni), mentre tutte le altre aree complessivamente rappresentano solo l’1% (3 milioni).
All’interno delle macro-aree, i Paesi principali in cui sono sviluppati i progetti issued sono:
Asia
1) Turchia 51 milioni
2) India 36 milioni
3) Cina 29 milioni
Africa
1) Kenya 12 milioni
2) Uganda 11 milioni
3) Ghana 8 milioni
America Latina
1) Panama 3 milioni
2) Honduras 3 milioni
3) Cile 2 milioni
Andamento delle issuance per tipologia di progetto
I progetti che generano Crediti certificati sul GS sono di diverse tipologie, ognuna delle quali afferisce a una diversa modalità di assorbimento o riduzione di emissioni di gas serra dall’atmosfera.
Esaminando i progetti issued dal 2008 in poi, si vede come le tipologie principali di progetti siano rappresentate da progetti eolici (68 milioni, 32% del totale), progetti di efficientamento energetico domestico, tra cui i principali riguardano l’accesso all’acqua e a soluzioni di cottura con tecnologie a basso o nullo consumo energetico (53 milioni, 25% del totale) e progetti legati al biogas (26 milioni, 12%), mentre tutte le altre tipologie pesano complessivamente per 66 milioni (31%).
Il peso delle tipologie di progetti cambia sensibilmente tra le varie aree geografiche. Infatti, mentre in Asia i volumi più grandi di Crediti sono generati da progetti eolici (44% del totale area), in Africa e America Latina la fanno da padrone i progetti di efficientamento energetico domestico (rispettivamente 84% e 32%).
Anche in Oceania prevalgono i progetti eolici, mentre nelle altre aree geografiche la frammentazione è più elevata.
In conclusione, è interessante esaminare anche l’evoluzione del mix dei progetti issued negli anni. Se fino al 2019 le issuance erano sostanzialmente equilibrate tra eolici ed efficientamento energetico domestico, nel biennio 2020-2021 si è assistito a una netta prevalenza della prima tipologia. Il primo semestre 2022 fa registrare invece un sostanziale equilibrio tra eolico, efficientamento energetico domestico, biogas e solare termico.
Conclusioni
In conclusione, questi dati estratti dal registro di Gold Standard ci forniscono alcune informazioni importanti, tra cui:
- il volume delle issuance e dei retirement è cresciuto molto fino al 2020, mentre nel 2021 la crescita delle issuance è rallentata e i retirement sono addirittura calati in modo significativo (trend che sembrano confermati anche nel 2022 in base ai dati dei primi 6 mesi)
- quasi tutti i Crediti di Carbonio sono generati in Asia, America Latina e Africa (complessivamente il 99% delle issuance), con una concentrazione molto alta sui primi 3 Paesi (Turchia, India e Cina) che generano oltre la metà dei volumi totali: come già detto riguardo a Verra, si tratta di Paesi che quando è nato il meccanismo dei Crediti di Carbonio potevano anche essere considerati “in via di Sviluppo”, ma allo stato attuale delle cose l’addizionalità di progetti realizzati in queste aree rischia di essere difficile da dimostrare
- lo stesso dubbio emerge analizzando le principali tipologie di progetti certificati: quelli legati alle energie rinnovabili (eolico, solare e idroelettrico) pesano per oltre il 40% dei volumi totali di Crediti di Carbonio, e sono la tipologia più diffusa in Asia
- non c’è dubbio sul fatto che tali progetti consentano di evitare milioni di tonnellate di emissioni di gas serra ogni anno, tuttavia sono passibili di almeno due obiezioni: da un lato, non generano quasi mai impatti positivi sulle comunità locali e sulla biodiversità delle aree in cui sono sviluppati (anzi, in diversi casi generano impatti negativi non trascurabili, basti pensare ad esempio all’idroelettrico); dall’altro lato, è difficile immaginare che impianti di produzione energetica da fonti rinnovabili in Paesi tecnologicamente evoluti siano stati finanziati esclusivamente grazie al meccanismo dei Crediti di Carbonio (e di conseguenza rispettino il requisito dell’addizionalità)
- i progetti che creano davvero co-benefici sociali ed economici per le comunità indigene (tra cui ad esempio quelli che mirano a garantire l’accesso all’acqua potabile o a moderne ed efficienti tecnologie di cottura alle popolazioni più svantaggiate) sono al contrario la tipologia più diffusa in Africa e in America Latina, tuttavia a livello globale i Crediti di Carbonio generati da questi progetti pesano solo un quarto del totale, e la loro incidenza tra l’altro sta diminuendo negli ultimi anni a favore di quelli legati alle rinnovabili
- un’ultima considerazione da fare riguarda la completa assenza dal registro di GS, anche a livello di metodologia, di progetti agro-forestali (che invece su Verra rappresentano la tipologia principale), il che fa pensare a una precisa scelta di posizionamento dello Standard
Che senso hanno queste informazioni per un’azienda che stia pensando di acquistare Crediti di Carbonio per compensare la propria Carbon Footprint
Innanzitutto, forniscono una chiara panoramica del Mercato Volontario e un’indicazione molto precisa di dove dovranno essere indirizzati gli investimenti a seconda della strategia climatica dell’azienda.
Per intenderci, se nell’ambito di tale strategia fosse ritenuto più coerente sostenere, attraverso l’acquisto di Crediti di Carbonio, progetti forestali sviluppati in Amazzonia allora il registro di riferimento è sicuramente il VCS di Verra.
Se al contrario, l’azienda preferisse comunicare ai propri stakeholder un impegno più forte su temi sociali e di sostegno alle comunità più svantaggiate dell’Africa Sub-sahariana, allora i progetti di Carbon Offsetting più adatti li potrà trovare sul registro di Gold Standard.
Oppure, se all’azienda in realtà non interessasse tanto la tipologia dei progetti sostenuti o l’area geografica in cui sono sviluppati (e quindi i reali beneficiari di tali progetti), allora in quel caso è indifferente: su entrambi i registri potrà trovare tantissimi progetti legati alle energie rinnovabili, cosiddetti “technology-based”, che generano Crediti di Carbonio certificati (nonostante i legittimi dubbi sull’addizionalità degli stessi) e che spesso hanno anche un costo inferiore rispetto a quello dei Crediti generati da progetti “nature-based” o “community-based”.