Costruire pozzi per l’acqua potabile nei Paesi in Via di Sviluppo, oltre a generare un impatto sociale per la popolazione locale, può avere anche un grande impatto ambientale in termini di riduzione delle emissioni di CO2.
Lo testimonia bene l’esperienza di Aid4Mada onlus, una ONG italiana che opera nel sud del Madagascar dal 2015 con progetti legati all’istruzione scolastica, all’acqua potabile e al sostegno alimentare e sanitario.
Nel 2018 questa ONG ha avviato il progetto L’ACQUA È VITA, che prevede la realizzazione di sistemi idrici per garantire accesso gratuito e illimitato all’acqua potabile alla popolazione della periferia di Tulear, la città più povera di tutto il Madagascar.
In questi tre anni Aid4Mada ha costruito 25 tra pozzi e Water Tower che oggi servono oltre 60.000 persone di diversi villaggi rurali della zona.
Il progetto è realizzato in collaborazione con Madaprojects, e certificato da Gold Standard, per la generazione e la vendita dei Crediti di Carbonio legati alla riduzione delle emissioni di CO2.
Abbiamo intervistato Nicole Zengiaro, la presidente di Aid4Mada, per farci raccontare l’esperienza dell’associazione su questo progetto.

Come siete venuti a conoscenza dell’opportunità di generare Crediti di Carbonio e perché avete deciso di seguire questa strada?
Nel febbraio del 2018 inaugurammo il nostro primo pozzo, realizzato all’interno di una scuola di Tulear. Nelle settimane successive il Ministero dell’Acqua del Madagascar e le autorità locali e regionali ci chiesero di avviare un progetto per portare l’acqua potabile nei villaggi rurali dell’area di Tulear, che da diversi anni sta attraversando una gravissima crisi idrica.
Si trattava di un progetto enorme, che avrebbe dovuto portare acqua potabile ad almeno 100.000 persone. Una sfida che all’epoca pensavamo fosse al di fuori delle possibilità di una piccola ONG come la nostra, ma che non esitammo ad accettare.
Caso vuole che proprio in quel periodo avevamo scoperto che questo progetto avrebbe potuto generare Crediti di Carbonio. Questo perché la costruzione di un pozzo consente alla popolazione locale di evitare di bruciare carbone per far bollire acqua non potabile, e quindi di ridurre sensibilmente le emissioni di CO2 in atmosfera. Tali minori emissioni sarebbero quindi state certificate da Gold Standard e convertite in Crediti di Carbonio, che sarebbero poi stati venduti alle aziende.
La prospettiva di generare entrate economiche addizionali per la nostra ONG supportò ulteriormente la nostra decisione di avviare il progetto, e mai decisione fu più felice.

Quali sono stati i benefici di questa attività per la ONG e per le comunità locali?
Con il progetto L’ACQUA È VITA in questi primi tre anni abbiamo realizzato 10 pozzi a pompa manuale e 15 Water Tower a pompa solare in diversi villaggi rurali dell’area periferica di Tulear. In questi villaggi vivono oltre 60.000 persone che oggi hanno accesso gratuito e illimitato all’acqua potabile. Questo significa che non devono più percorrere diversi chilometri a piedi ogni giorno per approvvigionarsi di acqua da fonti non sicure. I bambini hanno il tempo di andare a scuola, le donne di lavorare e prendersi cura delle proprie famiglie. Si sono ridotte drasticamente le malattie e la mortalità legate al consumo di acqua non potabile.
Per quanto riguarda l’impatto ambientale del progetto, la riduzione del consumo di carbone per la bollitura dell’acqua si riflette in una minore emissione di CO2 per circa 70.000 tonnellate all’anno, in base ai dati che sono già stati certificati e in fase di certificazione da Gold Standard.
Questo sta consentendo ad Aid4Mada di generare Crediti di Carbonio che stiamo già vendendo, e che dalla fine del 2020 stanno generando significative entrate economiche per la nostra associazione. Tra l’altro si tratta di entrate nella maggior parte dei casi ricorrenti e garantite per diversi anni, il che ci consente oggi di fare una miglior pianificazione a medio termine dei nostri progetti.
Un altro beneficio importante è rappresentato dalla possibilità di documentare, con dati certificati da un organismo internazionale come Gold Standard, l’impatto del nostro progetto sui diversi SDG dell’Agenda ONU 2030. Questo ci sta aiutando a comunicare meglio il nostro contributo per la lotta ai cambiamenti climatici e per lo sviluppo sostenibile del Madagascar.

Quali ostacoli avete incontrato lungo questo percorso e come li avete affrontati?
Un progetto di tale portata genera naturalmente una complessità nuova per una ONG piccola come Aid4Mada, che tra l’altro in passato non aveva mai approcciato il tema dell’acqua. Identificare un partner locale affidabile per la costruzione dei pozzi, ottenere le autorizzazioni necessarie da parte delle istituzioni e delle comunità locali, raccogliere i fondi necessari: tutte attività nuove per noi e molto impegnative.
Ma la difficoltà più grande capimmo fin da subito essere rappresentata dalle tante e complesse attività richieste da Gold Standard per la certificazione e il monitoraggio del progetto, sia prima della costruzione dei pozzi, sia dopo per tutto il periodo di generazione dei crediti.
Consapevoli di non avere al nostro interno le risorse, l’esperienza e le competenze specifiche necessarie, decidemmo di affidarci a Madaprojects. Grazie a loro siamo riusciti a delegare tutte le attività relative al processo certificativo e a concentrare quindi le nostre risorse e il nostro tempo su quello che ormai sappiamo fare abbastanza bene: raccogliere i fondi e costruire i pozzi.
Inoltre i ragazzi di Madaprojects ci hanno dato un grande aiuto anche in fase di disegno del progetto: grazie alla loro esperienza infatti nel 2019 abbiamo deciso di adottare una nuova tecnologia per la costruzione dei pozzi, passando da quelli a pompa manuale alle Water Tower a pompa solare.
In questo modo abbiamo aumentato drasticamente la resa dei progetti: una Water Tower infatti ci costa circa il doppio di un pozzo a pompa manuale, ma ci consente di servire una popolazione di 4.000 persone anziché alcune centinaia, e di ridurre fino a 5.000 tons di CO2 anziché 1.000. Questo significa che siamo riusciti da un lato a massimizzare l’impatto che possiamo generare sulla popolazione con i fondi che raccogliamo, e dall’altro ad aumentare sensibilmente le entrate economiche che il progetto genererà per Aid4Mada nei prossimi anni.

Come state utilizzando, o utilizzerete, i fondi raccolti attraverso la vendita di crediti di carbonio?
Come dicevo, già dalla fine del 2020 i nostri primi Crediti di Carbonio sono in fase di vendita. Questo ci ha consentito di chiudere il 2020 con entrate superiori a quelle del 2019, e nel 2021 siamo riusciti addirittura a raddoppiarle.
E questo è un risultato straordinario in un periodo storico in cui tutto il Terzo Settore sta attraversando una grave crisi, anche e soprattutto a causa del Covid.
Le prospettive per il 2022 e i prossimi anni sono molto interessanti, anche perché i progetti già venduti hanno un orizzonte di diversi anni, quindi possiamo contare su entrate certe e ricorrenti.
Questi fondi naturalmente li stiamo utilizzando, e li utilizzeremo, per finanziare i nostri progetti in Madagascar. Sia quelli attuali, come la scuola, l’orfanotrofio e le Water Tower che stiamo costruendo a Tulear e in altre aree del Madagascar. Sia nuovi progetti che stiamo valutando di avviare nei prossimi mesi anche in altri settori, che vanno dalla riforestazione alla produzione di stufe efficienti a carbone migliorato.
Progetti che tra l’altro potrebbero generare nuovi Crediti di Carbonio, e quindi innescare un volano molto virtuoso, per aumentare sempre di più le nostre entrate e quindi moltiplicare esponenzialmente l’impatto che possiamo generare per le comunità del Madagascar.